C'è qualcosa in questa aria dei primi giorni di maggio. E' un'assenza - direbbero un assenz-io-. Capita di vivere anche così. E capita conseguentemente che la sera si faccia di continuo notte inoltrata, così come la mattina schiuda i propri occhi pigrissima.
Una questione di ritmi. la Francia non aiuta perchè è essenzialmente gaudente, pigra nella propria spina dorsale archetipica [avevo mai reso noto che i negozi parigi aprono non prima delle 9 e mezza/10?]
La settimana di pasqua -a proposito dei frammenti cui si accennava in post passati- è stata la settimana della pace.
Un turismo dal volto umanissimo, gioioso del presente e senza patemi d'animo.
A costo di non vedere tutto, chè non è un problema, si potrà recuperare in un futuro non troppo lontano.
La Tour Eiffel che fa da sfondo a questo blog, uno sgorbio criticato così tanto nel 1888 da essere stato adottato dal Fato nel 1889.
E poi il Louvre con le sue conferenze stampa, le sua degenerazioni e per fortuna e soprattutto le sue maestosità.
E la Senna. E il calore. Tanto calore.
E il paris-brest, bien sur.
Ora bisogna studiare in vista degli esami. Non è complicato comprendere come sia difficile a partire da certi stati d'animo.
Nuovi livelli di solitudine, anche.
Mi era stato detto che, sottopelle, ogni erasmus si nutre anche della solitudine.
E' fondamentalmente vero. Una faccia bella e spinosa.
Tutto è da vivere.
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